🛑 Garante Privacy: stop all’uso delle impronte digitali per la rilevazione delle presenze
📆 Novità confermata il 1° luglio 2025.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha ribadito con fermezza: l’utilizzo delle impronte digitali per il controllo delle presenze dei lavoratori è vietato, salvo casi eccezionali, specificamente normati e giustificati.
Una posizione che segna un confine netto tra innovazione tecnologica e tutela della dignità dei lavoratori.
🔠Il cuore del provvedimento
âœ”ï¸ Le impronte digitali sono dati biometrici sensibili, soggetti a una disciplina rigorosa ex art. 9 del Regolamento UE 2016/679 (GDPR).
âœ”ï¸ La loro raccolta non può essere giustificata da mere esigenze organizzative o gestionali, come il controllo orario ordinario.
âœ”ï¸ Sono consentiti solo in casi eccezionali, ove ricorra un obbligo normativo, o vi sia un rischio specifico per la sicurezza, debitamente documentato con una DPIA (Valutazione d’Impatto).
âš–ï¸ Implicazioni per datori di lavoro e consulenti
🔹 Tutti i sistemi di rilevazione presenze basati su rilevamento biometrico devono essere disattivati immediatamente, salvo che siano già stati oggetto di un’autorizzazione individuale.
🔹 È necessario adottare strumenti alternativi non biometrici:
– badge magnetici,
– sistemi app su smartphone,
– tecnologie geolocalizzate,
– registri digitali su piattaforme conformi.
🔹 I consulenti del lavoro devono supportare i clienti nella revisione dei sistemi di controllo, aggiornando policy, informative privacy e DPIA.
💡 Un principio non negoziabile: dignità e controllo
“Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è giuridicamente lecito. Il diritto del lavoro resta presidio di libertà e di equilibrio tra esigenze d’impresa e tutela della persona.â€
🔗 Per chi gestisce risorse umane, sicurezza sul lavoro e compliance GDPR, questa è un’occasione per riallineare i processi al principio fondamentale della proporzionalità nel trattamento dei dati.