👉 Il recente approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, datato 28 ottobre 2025, getta una luce cruciale sulla delicata tematica del lavoro subordinato svolto in ambito familiare.
⚖️ Come sappiamo, la presunzione di gratuità prevista dall'art. 230 c.c. per la prestazione di lavoro o assistenza in famiglia non si applica automaticamente, ma impone agli operatori del diritto e alle aziende familiari un elevato onere probatorio per dimostrare la natura onerosa e subordinata del rapporto.
📊 L'analisi conferma la linea giurisprudenziale consolidata e ribadisce i criteri fondamentali per il corretto inquadramento:
Necessità del Servizio: Il lavoro deve rispondere a un'effettiva e dimostrabile esigenza organizzativa dell'impresa, non al mero bisogno familiare.
Soggezione e Vincolo: La prova più ardua è l'esistenza della soggezione al potere direttivo e gerarchico del datore di lavoro familiare. Devono essere presenti e documentabili elementi tipici della subordinazione (orario, mansioni, sanzioni disciplinari, ecc.).
Remunerazione Coerente: La retribuzione deve essere proporzionata e tempestiva, in linea con il CCNL applicato.
📜 Questo documento è un promemoria fondamentale: in un contesto dove i contenziosi (soprattutto previdenziali e fiscali) sono frequenti, la mera formalizzazione con un contratto scritto non basta. È la sostanza del vincolo a definire il rapporto.
📌 Il mio consiglio agli imprenditori e ai colleghi: non limitarsi alla corretta denuncia contributiva. È imperativo adottare un rigido apparato documentale e gestionale che dimostri, al di beyond di ogni ragionevole dubbio, l'effettivo inserimento del familiare nell'organizzazione aziendale con vincolo di subordinazione.
⚠️ Rimaniamo vigili sulle prassi ispettive che sicuramente si allineeranno a queste precisazioni.
